Sinfonico Honolulu

Hanno presenziato alla VI edizione di Disanima Piano (settembre 2019)

Una “Ukulele Orchestra”, la prima orchestra italiana di ukulele; una formazione di nove elementi composta da sette ukulele, basso, percussioni elettroniche e una voce principale.
Toscani, attivi dal 2010 e sempre eleganti con giacca e cravatta in bianco e nero, il loro repertorio consiste in una rilettura di brani che in passato sono stati epici, ma che purtroppo non girano più nel mainstream; veri esempi di arte e, al tempo stesso, di resistenza assoluta nei confronti di un gusto effimero e vacuo che si è sviluppato in seguito. 
La straordinarietà del progetto? L’ukulele. Un semplice strumento dal suono dolce che li identifica e  permette loro di reinventare brani famosi ed evergreen, dando vita a reinterpretazioni azzardate e molto amate dal pubblico. Le canzoni scelte fanno già parte di un bene collettivo passato e la chiave “sinfonica vuole  ridare loro l'attenzione che meritano, perché tornino ad essere un bene collettivo presente.

Ecco la formazione nata per stupire, reinventare brani famosi ed evergreen in reinterpretazioni azzardate che si trasformano in una pura installazione artistica.
Il paradosso? Ti sembra sempre che i brani siano migliori degli originali, vuoi per freschezza o per l'utilizzo inusuale di quell'innocuo giocattolo melodioso che sembra, nelle loro mani, non venirci mai a noia. Tra questi disegni improbabili tra dolcezza ed incanto, si schianta ruvida e crudele, folle e malata la calda e tenebrosa voce di Steve Sperguenzie, unico erede e portabandiera di sane pulsioni rock primarie, in grado di saper stare in equilibrio su questo filo tessuto ad arte, in eterno bilico tra punk e new wave, tra bel canto, puro citazionismo e sacrilega bestemmia.

Teatro e cinema d'autore, la ricerca di passioni nei meandri della musica più maledetta.... magia e divertimento sentirli e vederli dal vivo. Un viaggio entusiasmante nella storia del Rock. Così superhits, dai Beatles ai Blur, passando tra gli altri mostri sacri come Lou Reed, Rolling Stones, Beach Boys, Supergrass e Cure, vengono rivisitate, riarrangiate e reinterpretate grazie alla particolare sonorità del celebre quattro corde hawaiano, acquisendo vita propria. Il risultato é garantito e i Sinfonico Honolulu proprio per questo non si possono definire una semplice cover band, ma piuttosto un insieme di musicisti talentuosi che sulla traccia dei grandi successi del rock inglese e americano riescono a produrre un sound raffinato e originale, dall'effetto travolgente.
Grazie a un lavoro paziente e a uno studio meticoloso, ottengono un risultato finale ricercato e accattivante, insomma tutto da godere.
Nel loro album “Thousand souls of revolution”, apprendono con profitto le migliori lezioni della Ukulele Orchestra of Great Britain, assimilando una dozzina di pezzi della migliore tradizione rock degli ultimi cinquant'anni (andrebbe ascoltato anche il precedente “Absolutely Live”) e convertono in sostanza organica brani non più vivi tranne che per qualche passaggio in sordina in sedicenti radio rock.
In questo disco troviamo magistralmente distribuiti, ripuliti e messi in riga personaggi come Johnny Rotten, Robert Smith, Stranglers e Julian Cope, che non si ascoltavano da anni.
E ancora una magistrale “The killing moon”, una spassionata “Oh oh I love her so” dei Ramones, Johnny come home e The voice, l’efficace canzone pop degli Inxs, Mystify.
Se si pensava che con la cover di Johnny Cash il famoso pezzo dei Depeche mode non sarebbe potuto andare oltre, la band toscana alza l’asticella mentre è con una divertente e personalissima Lonely boyche viene fuori tutto il carattere goliardico ma al tempo stesso l’attenzione e la ponderatezza dei Sinfonico Honolulu per i suoni e gli arrangiamenti. 
E infine le "lacrime" sul pezzo più conosciuto e sacro dei Joy DivisionLove will tear us apart.

Steve Sperguenzie - voce, ukuele, percussioni
Franzo Francesco Damiani - ukulele.
Gianluca Milanese - ukulele, cori
Filippo Cevenini – ukulele
Matteo Bragagni - ukulele, cori
Leonardo Maua Frangioni - ukulele, cori
Luigi Iasilli - ukulele, cori
Filippo Papucci - basso
Simone Ghiani  - SPD

 

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